ROCK, POP, BLUES, PUNK, FOLK! QUANDO L’ARTE SUPREMA DELLA MUSICA SI MISCHIA CON LA CINEMATOGRAFIA: ECCOVI UN ELENCO DI FILM DAVVERO ROCKEGGIANTI!
It’s only Rock ‘n’ Roll but I like it! guaiva la stortissima bocca di Mick Jagger nei lontani (purtroppo) anni ’70. Proprio così miei cari, oggi si parla di Rock (e affini) e cinema, con un bel listone dei 10 film concernenti LA musica del ‘900 che non potete assolutamente perdervi, soprattutto se amanti del genere.
Se è certamente vero che quando si provano a mischiare diverse discipline il rischio di fare solo casino è sempre molto alto, è anche vero che quando questi due mondi si incontrano su pellicola sono spesso fuochi d’artificio o, per dirla alla Jerry Lee Lewis, sono Grandi Palle di Fuoco!
Prima di iniziare, alcune piccole istruzioni per l’uso di questa classifica:
- Le pellicole che parlano di musica sono una vagonata! Non posso fisicamente averle viste tutte.
- La selezione di questi film si basa esclusivamente sul MIO GUSTO PERSONALE. I miei gusti personali potrebbero differire dai vostri. Se pensate che ci sia un film che non dovrebbe stare in questa classifica o che ne manchi uno fondamentale, mi dispiace, probabilmente non l’ho visto, o quando l’ho visto ero stanco. Forse, invece, ho semplicemente dei gusti discutibili.
- Ho scelto di parlare genericamente di film correlati al mondo della musica, quindi questo piccolo elenco comprende qualsiasi forma di pellicola: dal biopic, al docufilm, al film “normale”, al musical e alle trasposizioni di album.
- Infine, ho scelto di trattare in generale film che trattano musica “contemporanea” legata al mondo del pop-rock. Parlando solo di Rock sarei stato limitato, quindi potrete trovare blues, jazz e country; tranquilli non troverete 8 mile o Amadeus.
Bene, ora che ho sciorinato un po’ di antipatia, Let’s Rock..
1- School of Rock: Stupido? Banale? Un filmetto e poco più? Quel cretino scalmanato di Jack Black? Dite pure quello che volete, ma questo film è tremendamente spassoso, simpatico e coinvolgente. Jack Black interpreta Dewey, un musicista bambinone e fallitoche, per sbarcare il lunario, si finge supplente al posto del suo coinquilino maturo e responsabile, ritrovandosi catapultato ad insegnare in una scuola ad alto tasso di serietà, rigore e disciplina. Tutte cose che subiranno una fine repentina, quando questo panzone buontempone deciderà, intuendone il talento, di trasformare questa classe in una band, facendola partecipare ad un rock contest. Un film pieno di sorrisi, una morale semplice ma mai stucchevole e, prima di ogni altra cosa, una colonna sonora stupenda e un sacco di gag e riferimenti alla musicache amo (e che fareste meglio ad amare). (3/5 semplice ma efficace, un po’ come il rock)
2- A proposito di Davis: Uno delle recenti perle dei mai abbastanza venerati fratelli Coen. Non è sicuramente il loro lavoro migliore (a proposito di lavori migliori, in Fratello, dove sei? i riferimenti alla cultura rock e blues degli anni trenta sono numerosi) ma, quando lo vidi al cinema rimasi assolutamente incantato dalla capacità di questa pellicola di raccontare le sensazioni e lo spaesamento di un musicista in erba che cerca di affermarsi nel mondo del Folk. Ambientato negli anni ’60, quando, prima dell’esplosione di un certo Robert (detto Bob) Zimmermann (detto Dylan e che tra l’altro sale sul palco nella scena finale), i cantanti folk lottavano con le unghie e con i denti per un posto nello Star System. Ispirato alla figura di Dave Van Ronk, influente cantante folk meno noto al grande pubblico, il film ha una struttura circolare che esalta la sensazione di ciclico fallimento del protagonista. (voto 4/5 – incantevole)
3- Quadrophenia: esperimento coraggioso, esperimento ben riuscito. Film deliberatamente ispirato al concept album omonimo degli Who, di cui, manco a dirlo, sono un fan sfegatato. La band inglese, che ha professato forse il rock più duro e puro di tutti i tempi, si veste da produttore esecutivo e creatore del soggetto, affidandosi al regista Franc Roddam per trasportare su pellicola la storia di Jimmy, un ragazzaccio che segue pedissequamente i dettami di un gruppo di delinquentelli che, per stile e atteggiamento, si definiscono mod e, come una vera banda, si scontrano giornalmente con un gruppo di rocker, creando scompiglio per Londra. Jimmy, che si sente abbandonato dalle istituzioni e dalla famiglia e ubriacato dalla retorica di questo gruppo di perdigiorno, comincerà a perdere fiducia in ogni cosa e a rifugiarsi nelle droghe. Manco a dirlo, colonna sonora da 110 e lode (4/5 – you rock!)
4- Alta Fedeltà: film già recensito su TheMacGuffin proprio da me (zompate qui per approfondire). Che dire? Questa pellicola rappresenta il film del pop-rock per eccellenza, partendo però dall’altro lato della barricata: gli ascoltatori. Si, proprio quelli sfigati come me e voi che si professano appassionati di musica ma che, se va bene, sono giusto in grado di eseguire in modo scadente il riff di Smoke on the Water alla chitarra. La pellicola, ispirata al romanzo di Nick Hornby, è assolutamente imperdibile e narra di Rob (John Cusack), proprio uno di questi sfigati, che passa la vita a lamentarsi della sua vita amorosa e a fare top 5, usandole come metro di valutazione per le canzoni e per ciò che gli succede attorno. Colonna sonora meravigliosa, cameo importanti e una poesia intrinseca per niente banale ne fanno un piccolo capolavoro. (4/5 cult)
5- Control: Control è un perfetto biopic in bianco e nero dedicato a quel grandioso fenomeno chiamato Ian Curtis, leader e frontman dei Joy Division. A impersonare Curtis ci pensa il giovanissimo Sam Riley (il Sal Paradise di On the road) che offre una prova magistrale, restituendo le due sfaccettature – intima e privata – di una rock star segnata dalla dannazione di una malattia come l’epilessia. Girato in un bianco e nero che si sposa alla perfezione con l’anima dark della band e con il grigiore dei secondi anni Settanta inglesi (Sex pistols docet), il film racconta la ricerca (destinata a fallire) di controllo non solo della malattia, ma anche di un tipo di vita che forse il giovane cantante non era pronto a sopportare. (5/5 toccante)
6 – American Graffiti: Prima che George Lucas rivoluzionasse il mondo della fantascienza, i suoi film avevano tutt’altro tenore. Questa pellicola è uno dei manifesti principali della cultura americana anni’50, fatta di macchine veloci, giubbotti di pelle, tavole calde con mobili in formica e soprattutto, le radio! La nottata di quattro giovani pieni di dubbi sul loro immediato futuro viene scandita dagli sproloqui via etere di un DJ: il celebre Lupo Solitario, che sciorinerà perle di saggezza ululate e pezzi da leggenda. Un film che non può mancare nella collezione di ogni appassionato di cinema. Da sottolineare un Ron Howard già in grande spolvero. (5/5 – classico imperdibile)
7 – I Love Radio Rock: Iniziamo con la roba forte. I Love Radio Rock è IL film della musica anni ’60 e narra del fenomeno delle radio libere (chi si aspettava che mettessi Radiofreccia in questa classifica rimarrà profondamente deluso). Quentin (Bill Nighy) è un pazzoide che gestisce una strana imbarcazione che, grazie a una serie di improbabili DJ come “il conte” (il compianto Philipp Seymour Hoffman), trasmette rock illegalmente 24 ore su 24 nell’etere della Swingin’ London, a discapito di un governo ottuso e arretrato. Il film è una dichiarazione d’amore verso lo spirito e la musica di quegli anni, quando essa si ergeva a strumento di rivolta contro il potere e l’oppressione delle istituzioni. Manco a dirlo, colonna sonora da urlo, con il meglio del meglio dei sixties. (5/5 il film del rock.)
8 – I Walk the Line – quando l’amore brucia l’anima: Ok, mi contesterete che mettendo questo film in classifica mi concentro di fatto su un cantante che, volendo essere precisi, non c’entra molto con il genere Rock. Il fatto è questo però figlioli miei: se non amate Johnny Cash fatevi un bel controllino al cuore, perché molto probabilmente ne siete privi. Posso giusto accettare che non lo mettiate nella top 5 dei vostri artisti preferiti, ma non di più. C’è poco da dire sul film, Joaquin Phoenix è perfetto per questo ruolo, sia per somiglianza che per doti recitative e il film è davvero un biopic coi fiocchi. Il resto lo fa la vita del re del Country, che invece è quanto di più Rock ci sia: infanzia in povertà, successo, soldi, alcool, droga, donne e infine l’amore per June Carter che, manco fossimo in un romanzo di Dostoevskij, riesce a redimere un’ anima dannata dallo Star System. La musica di Cash fa’ il resto (5/5 potente).
P.S. se volete approfondire, la nostra Giulia Cipollina ha già recensito questa meravigliosa pellicola. Trovate l’articolo a questo link.
9 – Blues Brothers: Cab Calloway, James Brown, Ray Charles, John Lee Hooker, what else? Solo per i cameo che ci sono in questo film varrebbe la pena di vederlo e rivederlo, figuriamoci poi se consideriamo che quello sui fratelli blues, interpretati da due miti come John Belushi e Dan Akroyd, è un vero e proprio cult cinematografico. Ok, la storia orchestrata da John Landis è un po’ da favoletta delle elementari e molte scene appaiono quasi cartonesche (macchine che saltano, gag alla Stanlio & Ollio), ma perdinci, nessun film ti fa passare due ore e mezza così velocemente. Divertente, irriverente, avvincente e qualsiasi altro -ente vi venga in mente. Quello di cui stiamo parlando è tecnicamente un musical, ma le canzoni sono meravigliose e ben giustificate dalla storia di questi musicisti antiquati e scapestrati. Ci sono scene di culto una dopo l’altra. Non sarà ai livelli di Casablanca e Via col Vento agli occhi dei puristi, ma non ho paura di dare del Capolavoro a questo film.(5/5 nothing but the Blues)
10 – The Wall – Il Film: Concludo con una perla per pochi. Il film The Wall è un’idea assolutamente inedita e geniale. Mentre spesso i film hanno una ricercata colonna sonora, questo invece rappresenta la “colonna visiva” di quello che forse è il miglior album di tutti i tempi. Non aspettatevi di guardare un film normale. Credo infatti che i dialoghi di questa pellicola consistano forse in un paio di battute. A farla da padrone è solo la perfetta architettura musicale, storica e tematica dell’album dei Pink Floyd, coadiuvata dalle immagini. Una storia straziante: il muro che ogni uomo si costruisce tutti i giorni, aggiungendo mattoni su mattoni, per colpa di famiglia, amici, istituzioni ed eventi vari, fino alla completa solitudine. La sofferenza umana racchiusa in un album, che la descrive forse meglio di secoli di letteratura. Prima di cimentarvi nella visione di questo film vi consiglio di mettervi nelle condizioni di apprezzare l’album; chiaramente se non lo apprezzaste, beh, forse non vi siete meritati questa classifica. (5/5 quando le parole non servono)